Molti esperimenti sono stati condotti sui neonati e si sono
avvalsi di una tecnica nota come
“abituazione-disabituazione” definita anche “del tempo di fissazione” (looking time method): vengono mostrati
ai neonati dei set di oggetti e se dopo ripetute presentazioni il tempo di
fissazione del bambino diminuisce significa che si è abituato alla vista di
quella quantità ; se quando si presenta una quantità differente, il tempo di
fissazione aumenta di nuovo vuol dire che il bambino riesce a discriminare tra
le due quantità .
Utilizzando la tecnica di abituazione-disabituazione,
i ricercatori americani Antell e Keating (University of Maryland Baltimore County) hanno
realizzato nel 1983 un interessante esperimento[1]: hanno mostrato a neonati, da uno a dodici giorni di
vita, dei cartoncini con disegnati due pallini neri posti a distanza variabile (vedi figura 1).
Dopo ripetute visualizzazioni, i neonati cominciavano a porre meno attenzione
ai disegni essendosi abituati alla loro presentazione; appena i pallini
presentati diventando 3, notavano il cambiamento tornando a “guardare” la nuova
configurazione. L’abilità di discriminare tra i due insiemi si manteneva anche
quando si procedeva per sottrazione, mostrando prima tre elementi e poi due.
Questo tipo di studio è stato replicato in seguito numerose volte, con varie condizioni con set omogenei o eterogenei di oggetti (Starkey, Spelke e Gelman, 1983; Van Loosbroek e Smitsman, 1990; Starkey, 1992) e si è trovato che i bambini riescono a discriminare quantità da un a tre e qualche volta quattro e non solo con oggetti, ma anche con altri tipi di stimoli, ad esempio uditivi. I neonati dunque possiedono l’abilità di discriminare tra piccole quantità senza bisogno di contare. Tale processo percettivo, limitato al riconoscimento di 3-4 elementi è definito subitizzazione (subitizing) [2] ed è un’abilità presente in ognuno di noi fin dalla nascita. Facciamo un esempio pratico. Quanti sono i pallini?
Osservando la figura A,
se volete sapere con esattezza quanti sono i punti dovete necessariamente
ricorrere al conteggio, osservando invece la figura B avete rapidamente l’immediata
identificazione della quantità senza contare quindi subitizzate. L’uomo può subitizzare al massimo 3-4
elementi, oltre occorre contare; ma se vediamo più di 3-4 elementi e non vogliamo
o non possiamo contare? In questo caso interviene la stima. La stima è un
processo che permette l’individuazione approssimativa di quantità al di fuori
del limite del subitizing. Facciamo un esempio pratico:
provate a guardare rapidamente
l’immagine sottostante, quanti sono i pallini?
La maggioranza di persone darà una risposta tra 10 e 15, difficilmente
risponderà 5 o 25[3].
[1] Antell, S.E., Keating D.P., 1983, Percepition of numerical invariance in neonates in Child development, 54, p.695-701.
[2] Il termine “Subitizing” deriva dall'aggettivo latino subitus (immediato)
ed è stato coniato nel 1949 da E.L. Kaufman, (Kaufman, E.L., Lord, M.W.,
Reese, T.W., Volkmann J. (1949). The discrimination of visual number.
American Journal of Psychology. Nel 2003 viene tradotto in lingua italiana con il termine “immediatizzazione”
(Lucangeli D.; Poli S.; Molin A., 2003.
L'intelligenza numerica., Trento,
Erickson). Oggi, per facilità si preferisce usare il termine “subitizzazione”.